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L' Uomo del Tempo del Sogno australiano

Yidumduma Bill Harney è l'ultimo depositario maschile pienamente riconosciuto dalla popolazione Wardaman nel Territorio del Nord Australia. Cresciuto a cavallo tra gli anni '30 e '40 sulle sue terre native, parla 7 lingue e viene definito un "Songman" (uomocanzone) che conserva e trasmette la storia orale, della cultura Wardaman, raccontastorie e noto artista conosciuto nel mondo.

 

E 'stato formalmente riconosciuto, come uno dei "tesori nazionali viventi dell'Australia" e la sua conoscenza è stato descritta dagli antropologi come "enciclopedia naturale". Per molti anni ha lavorato attivamente per riconquistare le terre tradizionali dei  Wardaman affinchè venissero restituite alla popolazione originaria,  riuscendo finalmente a reclamare 700.000 ettari in 1999, preservandole per le generazioni future.

 

Depositario della tradizione astronomica aborigena e della Via dei Canti, tiene conferenze in molte università di tutto il mondo.

 

TRADIZIONE

 

Nelle culture aborigene australiane, il cielo notturno è un libro pieno di antiche storie illustrate con costellazioni sconosciute alla maggior parte delle popolazioni dell'emisfero boreale. Per l'immaginario degli aborigeni, le figure rappresentate dalle costellazioni, non sono sempre create collegando le luci delle stelle. Alcune tra le più importanti costellazioni aborigene, si trovano al contrario, negli spazi bui del cosmo che indugiano tra le stelle.

 

"Nella visione del cielo di Yidumduma Bill Harney, esistono anche costellazioni oscure" - ha spiegato John Stocke, un astronomo dell'Università del Colorado - " Come qualcuno che ha una passione per la cosmologia aborigena e antica, cerco spesso espressioni uniche. Grazie allo studio effettuato sulla tradizione diffusa da Yidumduma Bill, ho scoperto che solo le culture del Sud del mondo, hanno costellazioni oscure."

 

Questo può essere, in parte dovuto, al fatto che la vista della Via Lattea - e le nubi scure di polvere interstellare intervallati attraverso di essa - sono chiare dal sud del mondo.

 

"La conoscenza aborigena tramandata dice che grandi antenati spirituali salirono i buchi neri - le loro ombre andarono nei buchi neri della Via Lattea. Essi guardano come ci prendiamo cura della terra, e ci mandano segnali, se non stiamo facendo troppo bene."

 

Per i Wardaman, una delle nubi dei buchi neri presenti nella Via Lattea - noto agli astronomi moderni comeCoal Sack Nebula - rappresenta la testa di un uomo di legge che tiene d'occhio le persone al di sotto, secondo Ray Norris, un astrofisico australiano che studia l'astronomia aborigena.

 

Per molti delle altre 400 culture indigene d'Australia, la nube scura è parte di una antica costellazione chiamata l' Emu nel Cielo. A seconda della posizione e del transito dell'emu con la Via Lattea, è possibile avere indicazioni in merito alla nidificazione e quando potrebbe essere il momento principale, per raccogliere le uova di questo importante e caratteristico uccello.

 

"Oggi vediamo il cielo come qualcosa di remoto, non abbiamo questo legame personale con il cielo che avevano gli antichi. Per loro, il cielo era appena sopra le loro teste, appena sopra a dove gli uccelli potevano volare, dov'erano le nuvole."

 

Yidumduma Bill Harney alla soglia degli 80 anni è ancora qui per continuare ad insegnare a guardare sopra noi e a scoprire quali segreti esistono correlati alle stelle.

 

 

 

 

 

Yidumduma Bill Harney

Era dei Sogni

Nella mitologia aborigena australiana, Dreamtime, the Dreaming, the Law (dall'inglese "era dei sogni", e "legge") è l'epoca antecedente alla creazione (o alla formazione) del mondo.

 

Esso è al contempo elemento comune e unificante delle numerose e diverse tradizioni culturali aborigene, sviluppatesi nelle diverse regioni del continente.

 

I miti del Dreamtime sono volti a spiegare l'origine della cultura del popolo aborigeno (o dei popoli aborigeni) e l'origine del mondo, o più precisamente delle sue caratteristiche geografiche e topografiche.

 

nel Tempo del Sogno il mondo esisteva già, ma era "indifferenziato". Era abitato da esseri metafisici, totemici, generalmente rappresentati come creature gigantesche con forma di animali. Camminando, cacciando, danzando o semplicemente sedendosi per terra, essi lasciarono nel mondo fisico tracce delle loro azioni e segni del loro passaggio: le montagne, le rocce, le pozze d'acqua, e ogni altro oggetto presente in natura.

Articoli

Determinati luoghi, creati da eventi di particolare importanza (per esempio combattimenti, morti, o altre vicende drammatiche) mantengono una speciale potenza, chiamata dagli aborigeni il "sogno" del luogo.

 

Inoltre, alla fine del Tempo del Sogno, gli stessi dèi si insediarono in certi luoghi, "diventando" montagne, rocce, fiumi e così via...

 

La visione aborigena assegna una sacralità a ogni luogo della terra, e stabilisce una rete di relazioni originarie fra ogni essere vivente e ogni luogo. L'importanza della topografia in questo sistema di credenze è centrale e non è un caso che una tale mitologia sia stata sviluppata da un popolo le cui abitudini di vita sembrano all'occidentale esplicitamente mirate a non modificare nulla dell'ambiente naturale.

Il Tempo del Sogno non è relegato nel passato storico del mondo; nella visione aborigena del mondo, esso è infatti al tempo stesso un "tempo" e quella che gli occidentali chiamerebbero una "dimensione". Esso rimane accessibile agli aborigeni proprio attraverso il sogno, strumento fondamentale per comunicare con gli spiriti, decifrare il significato di presagi o comprendere le cause di malattie e sfortune.

 

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