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Quale forma do alle mie azioni?

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Energia del Giorno

Come un machete nuovo e splendente nell’oscurità della giungla, brandisci l’energia di Etznab per farti strada e arrivare al nocciolo della verità della cose, sbucciando i strati dell’inganno, le mezze verità, le percezioni false, in modo che tu possa essere di nuovo integro/a. Compi l’atto di mutare l’ego come una pelle che non ti serve più, insieme a tutte le sue complessità e fletti le ali allargandole; ricordati che questa è una Trecena Men - per trasportarti ad un luogo più asceso, puro e semplice. 

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Sacro Segno Solare

Etznab è il segno solare dell’Ossidiana, un vetro naturale estremamente affilato formato dall’attività vulcanica. Come l’ossidiana, Etznab incide in profondità, arrivando al nucleo delle cose. Taglia attraverso non solo l’inganno, il male e l’energie negative, ma anche il malessere fisico. Per questa ragione è un segno auspicio per guaritori (curanderas), chirurghi e dottori, per tutte le questioni di salute e benessere, medicina e la cura di malattie. Etznab è conosciuta anche come Selce, specialmente nella forma di una lancia o di un coltello che ha una doppia lama. Da una parte rappresenta comunicazione, eloquenza e pubblicità, è l’altra significa vendetta, spionaggio, falsità, gossip e litigio. Questo giorno è di grande sfida grazie a questa dualità, in quanto la dualità genera conflitto. Fedele a questo aspetto della sua natura, Etznab è il nagual della sofferenza e della morte istantanea, in qualunque forma e significato. Nei giorni Etznab i Maya pregano per la salvaguardia da tutti i pericoli e per la risoluzione di tutti i conflitti. Chiedono per la salute non solo per se stessi e le loro famiglie, ma per tutti i loro nemici anche, in modo che tutte le energie negative possano essere dissipate o abbandonate. I giorni Etznab sono eccellenti per riscoprire l’equilibrio e purificare pensieri e azioni. L’animale totem di Etznab è il lupo. Nella tradizione classica Maya è associata con la direzione cardinale Nord e il suo colore è bianco.

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Tono

Kan è il numero Quattro nel calendario sacro Tzolkin. Simbolizza integrità, completezza, stabilità e le sacre geometrie inerenti nei cicli astronomici e della natura: ci sono quattro direzioni cardinali, quattro elementi (fuoco, acqua, terra e aria), le quattro stagione annue, i quattro punti chiave della prossimità del sole alla Terra (solstizi e equinozi) e le quattro fasi della giornata (mattina, pomeriggio, sera e notte). Quattro è anche il numero delle dimensioni nel quale facciamo la maggior parte della nostra esperienza cosciente. Il numero Quattro è associato con Ahau, la divinità del Sole in quanto signore cosmico. La parola Ahau significa “signore” e la parola per “giorno” kin in Yucatec o q’ij in K’iche’ Maya) è la stessa per “sole”. Questo è il motivo per cui Kan è un numero solare - un giorno è un passaggio completo del sole. Nella mitologia Maya ci sono quattro pilastri che sorreggono la Terra e il cielo; quattro strade che portano a Xibalba, l’antico Sottomondo Maya. Il numero Quattro inoltre rappresenta i quattro colori del mais: rosso, giallo, nero e bianco, che corrispondono alle quattro direzioni cardinali di Est, Nord, Ovest e Sud e alle quattro razze dell’umanità: Nativa Americana, Indo-Europea, Africana e Asiatica. Inoltre, esistono le prove che i Maya Classici dividevano l’universo in quattro sezioni segnate dalle due intersezioni della Via Lattea con l’eclittico. Sino ad oggi, i Maya dispongono i loro altari rituali con uno schema a quattro punti. Le persone nate in un giorno Quattro hanno molti poteri e possono richiamare e fare affidamento sulla loro integrità interiore per manifestare molta forza, abilità e potenzialità. Trasportano un’energia radicata a Terra, stabile, che aiuta a fissare le linee guida per tutti i tipi di rapporti e interazioni, che siano di natura personale, di società, di politica o altro.

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Divinità Regnante del Sottomondo

Tonatiuh è colui che domina il Quarto Giorno della Trecena, ed è associato con il numero Quattro nello Tzolkin sacro Maya. Esso è il dio del Sole, vestito come guerriero con un copricapo di aquila per rappresentare il potere e autorità della forza solare. Spesso appare nelle arti dei Toltechi come in quelle dei Maya di Chichen Itzà, dove viene dipinto come un re Maya splendente. Porta addosso anche l’immagine del disco solare.

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